Ambrogio e Alberto, in testa alla flotta per gran parte della gara, concludono in quarta posizione a bordo di “Alla Grande – Pirelli” la prima edizione della MED MAX, la nuovissima regata offshore in Mediterraneo. I nostri, che erano partiti da Port Camargue lo scorso 29 settembre, hanno tagliato la linea del traguardo alle 16,40 al largo di Saïdia, in Marocco, il 4 ottobre, dopo aver percorso 916 miglia nautiche in 5 giorni 3 ore 40 minuti e 27 secondi.
“È stata una regata molto faticosa, piena di cambi di vento con tantissime manovre e poche ore di sonno, però abbiamo fatto sempre buone scelte strategiche e ci siamo divertiti molto”, racconta Ambrogio Beccaria, “Davvero emozionante arrivare in Nord Africa con una barca da regata… qui a Saïdia ci hanno riservato un’accoglienza incredibile, con balli e canti”.
“Tornare a bordo di ‘Alla Grande - Pirelli’ per me ha significato tanto”, commenta inoltre il co-skipper Alberto Riva, “perché da una parte questo è uno scafo che ho visto nascere e dall’altra è la barca gemella della mia che ho visto morire nell’incidente alla Transat Québec-Saint Malo”.
La prima edizione della Med Max è partita con l’annuncio, dato poco prima dello start, di un taglio del percorso, a causa dell’assenza di vento. Ambrogio Beccaria e Alberto Riva, dopo aver lasciato alle spalle Port Camargue, e girato attorno alla boa di Seth, superano bene la zona di poco vento e mare formato vicino alla costa spagnola. Nonostante le condizioni complesse, si posizionano subito tra i primi, per poi passare, nella seconda giornata di gara, in testa alla flotta dei Class40. Dopo di che “Alla Grande – Pirelli” naviga verso Ibiza e Palma di Maiorca, nella quasi totale assenza di vento. A questo punto viene comunicato ai marinai un ulteriore cambio di percorso: dopo le Baleari la flotta deve girare attorno alla più grande delle Columbretes, un piccolo arcipelago spagnolo di isole disabitate. La quarta giornata è la più complicata perché il duo si infila in una zona senza vento e viene superato dagli inseguitori, rimanendo così indietro di quasi 90 miglia nautiche, un’enormità in una regata di questo tipo: “Purtroppo in questo sport”, spiega Ambrogio, “una virata mancata di mezz’ora può farti perdere una regata intera. Siamo rammaricati, soprattutto perché siamo stati leader della flotta fino all’ultimo, ma sappiamo che nella vela d’altura spesso quello che conta è proprio l’ultima scelta”.